🎶Just an ordinary girrrllll 🎶
Ho passato gli ultimi tre giorni a skippare questo trend su TikTok. Sì, quello in cui le ragazze filmano il fidanzato mentre fa cose stupide/pericolose/buffe scrivendo
“quando mi rendo conto che questo è il mio numero d’emergenza”.
Non mi metterò ora a fare una dissertazione su quanto il mindset sottostante sia problematico perché potrebbe uscirne un essay ma, leggendo i commenti sotto agli innumerevoli video, mi sono resa conto che il romanticismo (eteronormato btw) è al tramonto.
L’epoca d’oro delle rom com è decisamente finita, come ci ricorda anche una filosofa moderna, Mina Le, in un suo video YouTube: i lunghi monologhi di “Before Sunset”, le litigate di “Harry ti presento Sally”, la passione adolescenziale di “10 cose che odio di te”... al giorno d’oggi ci risultano ormai lontani.
Certo, siamo nostalgicamente affezionati, ma non possiamo ricrearli.
Ma c’è qualcosa che, al contrario dell’amore tradizionale, sta decisamente tornando alla ribalta: sì, sto parlando del sesso.
Sappiamo che vende, sappiamo che non è mai sparito al 100%, sappiamo che negli ultimi anni è stato trattato in modo sempre più ironico e irriverente (da “Sex Education” a “Big Mouth”) ma adesso sta tornando ad essere il centro di pellicole mainstream, che vogliono attirare un ampio pubblico e non solo qualche nicchia di cinefili appassionati.
Il film del momento, “BabyGirl”, sembra la versione a parti invertite e decisamente meno porno di “Secretary”, ma il clamore mediatico che è riuscito a causare ha superato film di qualità ben superiore, usciti negli stessi giorni.
Sarà merito della famosa scena del rave andata virale su TikTok?
Saranno le critiche al viso completamente immobile di Nicole Kidman?
Diciamo la verità… chissenefrega, perché in fondo non interessa a nessuno vedere un bel film ma poter percepire un po’ di erotismo spicciolo, semplice, diretto.
In un periodo storico in cui le relazioni sono profondamente transazionali, in cui il contatto umano e i rapporti sociali si diradano e il timore dell’altro è all’ordine del giorno, pensare di poter fare sesso e basta, senza conseguenze, senza scuse, senza sedute dalla psicologa per rielaborare ciò che è successo, sembra quasi impossibile.
Forse può sembrare assurdo ma viviamo nel neopuritanesimo, rispetto alla liberazione sessuale degli anni 70: certo, esistono diverse tipologie di relazioni, la non monogamia, le coppie aperte ecc ecc ma alla fine quello che vogliamo è poter controllare e capire l’altro.
Le app di dating e i social diventano uno strumento per comprendere, interpretare e anche anticipare azioni e scelte.
Veramente dobbiamo risentire il giorno dopo tutte le persone con cui andiamo a letto? Davvero non scrivere più alla persona con cui abbiamo fatto del sesso orrendo è “ghosting”?
Questa duplice attrazione per l’erotismo e l’incapacità di accettarlo nella sua imperfezione, scorrettezza e anche un po' di disgusto che può provocare, rende difficile accoglierlo.
La tendenza diventa quella di performare la sensualità, il kink, il desiderio ma di non poterlo vivere veramente.
Andiamo ai sex party, facciamo i video ammiccando, usciamo con più persone contemporaneamente…. ma quanti davvero lo stanno facendo “per il plot”?
Stiamo diventando tutt* come in quella scena di “Nosferatu” dove Lily Rose Depp si strappa le vesti pregando al suo partner di dominarla, di darle qualcosa che non sia già atteso, stabilito, scontato.
No, non dobbiamo smettere di chiedere il consenso e non dobbiamo iniziare a scegliere partner sessuali a caso in uno di quei bar con le luci soffuse e i piattini minuscoli che vanno tanto di moda a Milano.
E sì, il female gaze sta avendo un momento di grande successo, da “The Substance” a “Queer”.
Il mondo lì fuori, insomma, continua ad andare al solito ritmo e l’erotismo da un punto di vista femminile (o banalmente, non eterosessuale) è ancora interesse e appannaggio di pochi.
Ma il tentativo che si può fare è smetterla di voler essere così perfetti, di dire sempre la frase giusta, di essere sempre esteticamente impeccabili durante gli appuntamenti, smetterla di sminuzzare ogni singolo messaggio che riceviamo, smetterla di analizzare al microscopio ogni errore, ogni possibile passo falso.
Ve la ricordate la protagonista de “La vita di Adele”?
Mangiava la pasta risucchiandola, aveva sempre i capelli spettinati, ha sbagliato qualunque cosa potesse sbagliare….
ma quanto scopava?
LINK SPARSI DELLA SETTIMANA (GIURO CHE MERITANO):
Dalla bocca a papera allo “rawr” con i denti in fuori: ogni generazione ha la sua faccia da selfie
C’è un sacco di gente a cui piacciono davvero TANTO le ascelle
Hanno realizzato veramente il libro di auto-aiuto di “Severance”
Le repubblicane vogliono creare il “Call Her Daddy” ma in salsa conservatrice